L'Autre, Diptyque
Postato in data dicembre 10 2020
Nel 1961 una interior designer, Christiane Gautrot, e un pittore, Desmond Knox-Leet, che insieme lavorano alla creazione di stoffe e carte da parati per Liberty e Sanderson, coinvolgono Yves Coueslant, scenografo, nella realizzazione di una boutique al 34 di Boulevard Saint Germain ( ed è proprio dalla disposizione ad angolo del negozio che arriverà l'ispirazione del nome ).
Pian piano, tra le creazioni di tessuti d’arredo si inserisce l'amore per il profumo: dapprima presentando alla loro clientela fragranze della tradizione inglese allora poco conosciuta in Francia, e poi con candele e profumi di propria creazione.
Ed è difficile non riconoscere che Diptyque è stato ed è un punto di riferimento unico nel mondo della profumeria di ricerca.
A Diptyque dobbiamo una delle migliori fragranze al fico mai create: quel Philosykos composto da Olivia Giacobetti, una fragranza raffinata ed impressionista che da decenni affascina con il suo parlarci di paesaggi mediterranei saturi di luce.
Ma è sin da gli esordi che Diptyque si distingue per l'assoluta originalità e indipendenza dalle mode: nel 1968, in pieno periodo di contestazione, laddove tutti cavalcano l'onda con essenze di patchouli e dintorni, loro cosa fanno? Rispolverano una ricetta inglese del XVI secolo per pot-pourri e pomander: una raffinatissima miscela di fiori, agrumi e spezie. Nasce così L'Eau, la loro prima fragranza.
Il secondo atto di questa avventura profumata mostra però che Diptyque sa essere ancora più audace: L'Autre (1973).
L'Autre non è solo "altro" rispetto al primo profumo, ma è "altro" rispetto alla nostra idea occidentale di profumo, alla nostra idea di piacevole.
E l'odore di luoghi e culture cui non siamo abituati.
Basti pensare che esistono profumerie che, pur vendendo i profumi di Diptyque, questo Autre no, non lo vogliono.
Troppo strano.
Un profumo orientale senza traccia alcuna di dolcezza o morbidezza.
Non vuole sedurre nè essere romantico, vuole raccontare una storia o un paesaggio polveroso: mercati mediorientali, calure insopportabili, odori potenti.
Un'esplosione sferzante e tagliente di spezie secche e aromatiche, tra cui: cardamomo, pepe, noce moscata, cumino.
Ed è il cumino, forse, il problema: a molti nasi suggerisce associazioni non esattamente piacevoli (motivo per cui L'Autre va indossato solo se vestiti in maniera impeccabile).
Non piacerà a tutti, ma chi avrà il coraggio di indossarlo, verrà ripagato con la possibilità di sperimentare una sensualità decisamente inedita.
0 commenti